giovedì 19 aprile 2018

Un sacchetto di biglie


UN SACCHETTO DI BIGLIE
Grazie alle iniziative organizzate nella nostra scuola, abbiamo avuto la possibilità di vedere il film “Un sacchetto di biglie”, pellicola drammatica che mette in scena la storia di due bambini ebrei che cercano di fuggire alla furia nazista in Francia, tratta dal romanzo best seller di Joseph Joffo.
I protagonisti sono i due fratelli Joseph e Maurice che vivono la loro infanzia serenamente, unico neo per l’epoca quello di essere ebrei!
Quando inizia l’atroce persecuzione da parte dei soldati tedeschi, il padre decide di girovagare in Francia, per sfuggire alla cattura e salvaguardare la vita dei suoi piccoli.
Il sacchetto di biglie del titolo, rappresenta la vita serena che abbandonano fuggendo: un lungo viaggio divisi dalla propria famiglia con la speranza di poi rincontrarsi alla fine. Girovagando prima a Nizza, poi in Italia e successivamente, di nuovo in Francia, dove addirittura i due fratelli si ritrovano a lavorare per i tedeschi stessi pur di sopravvivere.
Fin quando non arriva finalmente la notizia che la guerra è finita, la Francia è libera dall’occupazione tedesca e la famiglia può nuovamente riunirsi e riprendere la propria vita di sempre e … magari … giocare con le biglie nel proprio cortile!
Quanto è successo durante la seconda guerra mondiale, non è molto lontano dai danni che sta facendo ora il terrorismo in Siria, dovremmo quindi soffermarci a pensare per quale motivo deve essere fatto tanto male all’umanità e, soprattutto, ai bambini.
Mario Trotta, Maria Rosaria Ferrara, Michela Di Gennaro, I D

Il cellulare:Angelo o demone?





Al giorno d’oggi il cellulare è diventato parte della vita quotidiana di ognuno: giovani e adulti sono alla ricerca di telefoni di ultimo modello, semplicemente per far colpo sugli altri.
Il cellulare ha senz’altro tantissimi vantaggi, come quello di scattare foto di ottima qualità, comunicare con amici e parenti anche lontani, svolgere rapidamente ricerche, consultare il dizionario e condividere i propri pensieri e le immagini preferite sui social-networks.
Spesso, però, non ci si rende conto dell’uso inconsapevole che se ne fa: su internet, soprattutto, e sui social-networks, in particolare, che alcuni adolescenti, per la loro superficialità e leggerezza, diventano vittime inconsapevoli di persone sconosciute    ( con profilo fake) e di una  nuova forma di bullismo on line, il cyberbullismo.
Bisogna diventare consapevoli di ciò che si cerca “in rete” e prudenti nel trasmettere le proprie informazioni personali perché si nascondono “malintenzionati” con lo scopo di adescare “qualche ingenuo” in azioni illecite.
Il cellulare, inoltre, sta modificando le persone ed il loro comportamento: si ha difficoltà nel relazionarsi, ad un invito di condivisione con i “pari” si preferiscono ore davanti ad uno schermo.
Bisognerebbe, invece, allontanarsi, più spesso, da ogni oggetto elettronico e tecnologico e riconoscere quanto sia più bello ed entusiasmante trascorrere le giornate all’aria aperta, dialogare con i propri amici, scoprire posti nuovi dove vivere esperienze che rimangono intatte ed indelebili nei ricordi e non nella “ galleria di un cellulare”.
Il cellulare, per concludere, è un angelo ma anche un demone: sta ad ognuno di noi farne buon uso, utilizzandolo con attenzione e consapevolezza.
VAIANO MARIANNA  III A                                             

Vita da migrante


Vita da migrante
Quest’anno a scuola stiamo trattando il tema dell’emigrazione.
Negli ultimi decenni, in Italia, sono sempre più frequenti gli sbarchi dei clandestini, sempre più gente decide di venire nel nostro paese per fuggire dalla fame e dalla guerra.
Gli emigrati partono da paesi molto poveri come l’Africa e alcuni stati dell’Est asiatico. Parliamo non solo di uomini ma anche di donne e bambini: gente che scappa, che paga biglietti molto costosi e che rischia la vita in mare pur di sfuggire dalla tragica realtà del proprio paese d’origine. È troppo facile guardare le cose    dalla nostra prospettiva: abbiamo una casa, un letto, pasti caldi; possiamo uscire tranquillamente, divertirci con parenti e amici, andare in palestra o al concerto del nostro cantante preferito; andiamo a scuola o al lavoro, comunque sogniamo un futuro brillante sperando che si realizzino tutti i nostri sogni. 
La prospettiva di vita degli emigrati è diversa dalla nostra: niente sogni tranquilli, nessun pasto caldo ma solo un pezzetto di pane. Solo per un attimo … se ci mettessimo nei loro panni capiremmo che bisogna accettare ciò che la vita ci offre senza pretendere anche il superfluo, perché ci sono persone che non hanno neppure le scarpe per camminare!
II C