venerdì 16 febbraio 2018

Il ragazzo invisibile


Il ragazzo Invisibile

Un film di Gabriele Salvadores

Anno di uscita: 2014


Cineforum alla “G. Pascoli”: ciò che non vedi è più forte di ciò che vedi.
Durante la prima settimana di febbraio e in coincidenza con il Safer Internet Day, tutte le classi dell’istituto si sono recate in aula magna per la visione di un film sul bullismo. In particolare le classi terze, hanno assistito alla visione del film “Il ragazzo invisibile”.
Michele, il ragazzo protagonista, è vittima di bullismo da parte dei suoi compagni di classe. Un giorno, in occasione della festa di Halloween, Michele decide di comprare un costume da supereroe, ma i soldi gli vengono rubati dai due bulli. Così è costretto a comprare un costume scadente che non gli piace affatto: ma fu proprio questo a sconvolgere gli equilibri.
Indossando il mantello Michele scopre di poter essere invisibile. In questo modo riesce a scampare a varie situazioni per lui pericolose.
Sebbene nel film l’argomento “bullismo” sia stato affrontato con una certa leggerezza, il ragazzo invisibile è riuscito in un certo senso a prendere una rivalsa sui suoi compagni.
Il film mi ha fatto riflettere sul fatto che Michele è dovuto diventare invisibile per difendersi, ma non sarebbe stato forse meglio che gli altri lo avessero visto e lo avessero rispettato per ciò che era?
Rosanna Gravante, III D

venerdì 9 febbraio 2018


Antbully – una vita da formica

Anno di uscita: 2006


Si tratta di un film che parla di bullismo e lo trovo alquanto educativo. Ci si ritrova in belle circostanze quando da un film come questo si ricava un insegnamento di vita. Diciamo…è come la morale di una favola.
Il film ti fa capire con toni leggeri cos’è il bullismo e come lo si può sconfiggere. Si capisce bene il dolore che prova una vittima quando si ritrova accerchiata dai bulli, ma l’insegnamento più grande che si ricava è il fatto che l’unione fa la forza. Infatti, anche se il protagonista “briciola” e le formiche sono piccoli, insieme riescono a sconfiggere lo sterminatore…il bullo delle formiche!
Il film si conclude con una scena davvero straordinaria: tanti bambini contro un bullo che, essendo solo, scappa via…quindi l’insegnamento è che il bullo da solo non vale niente!
Andrea Farina I B

Train de vie


Train de Vie
Francia/Romania/Ungheria, 1998
di Radu Mihaileanu

Questo film è ambientato nell’Europa dell’est, parla di un giovane ragazzo – definito il pazzo del paese – che avvisa tutti dell’arrivo dei tedeschi. Lo scopo dei nazisti e deportare gli ebrei nei campi di concentramento, così durante una riunione hanno un’idea brillante e … folle! La soluzione per sfuggire è quella di fingersi tedeschi e costruire un treno “di deportati” per raggiungere indisturbati la Palestina.
Il film è stato allo stesso tempo emozionante, curioso e comico, pur trasmettendo un forte messaggio educativo: un vero e proprio atto di coraggio, che dovrebbe far capire ai gerarchi nazisti che il popolo ebraico si è risollevato e non si è estinto all’interno di quegli orribili campi. Ora tocca a voi! Cosa ne pensate? Quali emozioni ha suscitato in voi il film?
Maria Nigliato II C
Chiara Iavarazzo II C

La chiave di Sara


La chiave di Sara

Genere: drammatico
Anno di uscita: 2012

La chiave di Sara: un modo diverso per analizzare la storia umana. Il periodo è la seconda guerra mondiale, l’evento tragico lo sterminio degli ebrei e la responsabilità che hanno avuto tutti gli Stati e non solo la Germania per la deportazione nei campi di concentramento.
Siamo in Francia, Sara è una bambina e per sempre rimarrà indelebile nel suo cuore il peso delle decisioni prese in quella giornata! La spensieratezza di una mattina come tante altre viene spezzata dall’arrivo della polizia, per proteggere il fratello Michelle decide di chiuderlo a chiave nell’armadio. Immediatamente saranno condotti in un campo di concentramento; l’ansia dei genitori farà comprendere presto a Sara di non aver avuto una buona idea. Ogni giorno il suo chiodo fisso è fuggire per andare a salvare il fratello. Grazie all’aiuto di un soldato riesce nella sua impresa e viene poi accudita da una famiglia che la nasconde ai nazisti e l’accompagna nella sua vecchia casa.
Era passato ormai del tempo, la casa era stata occupata da altre persone, l’armadio mai aperto celava l’orribile segreto: Michelle non era sopravvissuto. Per sempre Sara portò con sé il peso del suo errore e il disagio dei campi di concentramento. Il film, anche con il suo tragico finale ci fornisce una visione del momento storico: sopravvivere ai campi di concentramento non sempre ha significato una nuova vita. Tanta gente non ha più superato l’orrore di quei momenti. Ci siamo mai chiesti noi come avremmo affrontato una cosa del genere?
Anna Ragucci III D
Michela Iadicicco III D

martedì 6 febbraio 2018

Jona che visse nella balena



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Jona che visse nella balena
Jona è un bambino di quattro anni che vive ad Amsterdam durante la seconda guerra mondiale. Dopo l’occupazione della città da parte dei tedeschi, viene deportato nei campi di concentramento, soffre il freddo e la fame e viene separato dal padre e dalla madre.
Subisce la sofferenza del distacco e vive lo strazio della morte. Dopo un’infanzia difficile, arriva il suo riscatto: viene adottato da una famiglia, amici di vecchia data dei genitori, ed ha la possibilità di costruirsi una nuova vita. Oggi vive ad Amsterdam ed è uno scienziato di successo.
Un film avvincente ed emozionante che ci ha fatto capire come venivano maltrattate le persone durante la seconda guerra mondiale. Noi abbiamo apprezzato molto il coraggio del protagonista, un bambino che è saputo uscire a testa alta dalla sofferenza, e tu cosa hai imparato da questo film? Quanto è stato utile per te?
Mario Trotta I D
Maria Grazia Di Matteo I C